Оригинално заглавие:
Fight Club (1996)
Заглавието на български език:
Боен клуб (2001)
На задната корица:
L'anonimo protagonista del romanzo, disilluso dalla cultura vacua e consumistica imperante nel mondo occidentale, è un giovane che si trascina in una vita fatta di bugie e di falli-menti. La sua unica valvola di sfogo sono gli incontri clande-stini di boxe nei sotterranei dei bar. In questo modo crede di aver trovato una strada per riscattare il vuoto della propria esistenza; ma nel mondo del pugilato non c'è posto per alcuna regola, freno o limite. A nessuno importa se vivi o muori. Romanzo profetico e provocatorio, Fighi Club è stato salutato fin dal suo apparire nel 1996 come una delle opere più importanti del decennio. Da questo romanzo il regista David Fincher ha tratto un film che è diventato una vera pellicola di culto.
Chuck Palahniuk (Portland, Oregon, 1962), autore di culto, ha raggiunto il successo con Fighi Club (1996), da cui è stato tratto l'omonimo film di successo diretto da David Fincher e interpretato da Brad Pitt. A questo sono seguiti i romanzi Survivor (1999), invisible Monsters (2000), Soffocare (2002), Ninna nanna (2003), l'originale guida Portland Souvenir (2004), Diary (2004), Cavie (2005), la raccolta di saggi La scimmia pensa, la scimmia fa (2006), Rabbia (2007), Gang bang (2008), Pigmeo (2009), Senza veli (2010) e Dannazione (2011), tutti negli Oscar Mondadori.
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Fight Club è il primo romanzo di Chuck Palahniuk, del quale l'editore americano non rivela né l'età né l'etnia, rendendo anche più ambigua questa storia che costituisce una delle più violente aggressioni realizzate finora dalla Generazione X alla semantica dei baby boomers, e dalla quale è stato tratto il film omonimo diretto da David Fincher, regista di Severi e The Game.
Il libro, tra il sadico e il noir, è ispirato dalla disperazione, dalla alienazione, dalla violenza che conducono la Generazione X alla più completa anarchia, affondata nell'angoscia, dei giovani contemporanei.
Ne risulta un esempio di nichilismo quasi psicopatico, o se si vuole di fondamentalismo anarchico, realizzato con invenzioni contenutistiche del tutto inconsuete e una struttura vagamente alla William Burroughs, dove associazioni e gruppi perversi vengono presentati in un linguaggio basato su ripetizioni fin troppo letterarie, su espressioni vernacolari del più recente slang e su termini medici a volte esoterici.
La storia sembra legata alla tradizione reale pragmatista americana, ma in realtà è totalmente immaginaria. Il "narratore", insonne e senza nome, racconta le riunioni di giovani ricchi, sani e delusi in "centri di sostegno" chiamati "Restare Uomini Insieme" dove incontrano malati terminali di cancro ai testicoli e li aiutano a sopportare la loro tragedia in fiumi di lacrime, trovando nel loro dolore e nella loro disperazione quel calore umano e quella pietà divorati ormai dal cinismo contemporaneo.
Gli stessi giovani, dopo viaggi surrealisti in aerei del tutto reali, si incontrano poi a migliaia durante i weekend, nei Fight Club, inventati dall'interlocutore della voce narrante, il cameriere Tyler Durden, terrorista di guerriglia, nichilista messianico, oracolare e misterioso.
Nei Fight Club la cui «prima regola è che non si parla dei Fight Club» giovani sconosciuti si picchiano furiosamente fino a devastarsi la faccia, a mani nude, «senza camicia e senza scarpe»; sono descritti come se facessero parte del mondo reale, ma sembrano soggetti di realtà virtuale ed esistono solo cinque ore, dalle due di notte del sabato alle sette della domenica mattina.
In queste vicende si muovono i protagonisti, il narratore e Tyler, ma anche le loro donne, Chloe che muore già all'inizio del libro e Maria, la femme fatale della storia, anche lei coperta da cicatrici (per lo più provocate da ustioni di sigarette) con una sua teoria originale per esempio sui preservativi.
A Maria interessa Tyler, ma Tyler è occupato soprattutto a fabbricare sapone con cui finanzia i suoi Fight Club, e per fabbricare sapone scioglie il grasso sottratto dalle liposuzioni, precisamente da quelle delle cosce della madre di Maria. Mentre fa squagliare il grasso, immagina d'attaccare una canna al rubinetto di una casa e una pompa a mano alla canna e così sparare tintura rossa o blu o verde aspettando poi di vedere di che colore diventa il padrone di casa, ma soprattutto continuando a pompare finché la pressione dell'acqua diventa tale da far saltare le tubature come un proiettile da mortaio; ed esprime la sua filosofia con la massima: «Non è perché ti ficchi penne nel culo che diventi una gallina».
Prima di fabbricare sapone (per finanziare i suoi Fight Club) Tyler faceva il cameriere e si comportava da «guerrigliero dei servizi»; mentre la padrona di casa controllava se gli ospiti e le ospiti erano andati nella camera da letto, la voce narrante, assistente di Tyler, racconta che alla festa di Natale si è fatto venire un'erezione e ha "ficcato" il pene in tutte le mousse all'arancio. Tyler a sua volta racconta di aver orinato nei flaconi di profumo della signora, che sviene nel bagno dopo aver rotto tutte le bottiglie.
Con un linguaggio molto meno edulcorato, per ragioni di censura, del mio, il narratore protesta per il ritorno di Maria. «L'ul tima cosa che desidero è di vedere Maria trasferirsi qui, un pezzo di merda per volta», provocando la risposta di Maria: «Puoi andare a fare in culo».
Eppure non sono questi diversivi tra l'osceno e il pornografico a fare da centro al libro. La vera storia è quella dell'orrore e soprattutto della disperazione che circondano il cancro, la malattia protagonista del nostro tempo prima dell'arrivo dell'Aids; e la storia parallela è quella dei Fight Club coi loro combattimenti paranoici che permettono all'autore di descrivere fiumi di sangue, sangue nelle facce, sangue sui tappeti, sangue in gola.
Finché verso la fine, nel capitolo 17, l'autore introduce tra i personaggi alcune scimmie spaziali, e così si confessa e conferma la sua totale diserzione dalla tradizione real-pragmatisti-ca della narrativa americana a favore di quella postmoderna e una totale adesione al mondo inafferrabile della realtà virtuale.
Chi vuole leggere questa storia deve accettare dunque le ripetizioni che martellano come ritornelli le varie scene fino ad accompagnare il narratore in Paradiso abbandonando l'ex socio Tyler nei suoi Fight Club ormai diffusi in tutto il mondo. Tutto immaginario: le sole antiche realtà a non lasciarsi sconfiggere dalle allucinazioni delle droghe e dalle realtà virtuali del nostro tempo restano il cancro e il sangue.
Forse il libro aprirà una nuova vena narrativa; forse il linguaggio del futuro sarà questo revival di ripetizioni nel tentativo di raggiungere una tensione che va al di là perfino dell'anarchia fondamentale dell'autore.
Fernanda Pivano